Di e con Laura Giordani e Mimmo Aiola Rosa cantava la realtà, tra fame e violenza, la sua e quella di quanti, come lei, vissero drammi, tragici eventi, dolori, tormenti, abusi… Rosa cantava la sua terra, una Sicilia esterofila, razzista, una “madre” che va contro i suoi stessi figli: ” …Terra ca nun senti, terra ca nun teni cù voli partìri, e nenti cci duni ppi falli turnari…” Rosa cantava e canta tutt’oggi. La modernità delle sue parole è spiazzante. Rosa canta l’amore, la dignità, la volontà, la disperazione, l’abuso, la violenza, l’impotenza ma anche la speranza e la forza. Memoria. Ecco cosa bisogna preservare, da cosa si deve imparare e da dove si deve ripartire. Rosa, siciliana per eccellenza.” Lo spettacolo vuol riportare alla memoria del Popolo Siciliano quelle note, quelle parole, le nenie, le ninnenanne, i canti d’amore, i canti di protesta sociale, la nostra tradizione, i nostri costumi, i proverbi, le manìe, i colori e i sapori e tanto altro di questa nostra terra di Sicilia.
La storia di Pinocchio raccontata attraverso il Teatro di Figura
Con il sostegno di Officine Papage, Trac-Centro di Residenza Pugliese – Bottega degli Apocrifi- Manfredonia, r-Esistenze” (RC) / Compagnia DRACMA
Premio speciale della Giuria – Premio Riccione 2003 Un uomo e una donna, il mare; una lingua, quella siciliana, che non permette di esprimere tutte le profondità di un sentire, una lingua fatta di necessità quotidiane, che possiede solo il presente, dilatato nel testo sulla linea che separa mare e terra, su questo limite mutevole che attrae l’uno e respinge l’altra. “Mari” è quasi una partitura musicale nella struttura e nel suono delle parole accompagnate dal lento ritmo di un calmo mare notturno. Quante volte in riva al mare abbiamo parlato di Dio e del mondo, o del nostro pane quotidiano. E accade che l’uomo e la donna si parlano, non lo fanno quasi mai, e si sorprendono del loro parlare e anche del loro cantare insieme a quelle materie che solo se le conosci bene ti aiutano ad amare, anche senza la necessità di dirlo. E’ proprio per scoprire di quale materia siamo fatti che l’uomo invita la compagna a toccare il mare, quell’acqua scura che fa orrore e affascina allo stesso tempo, quell’elemento che ha permesso loro di parlarsi. E quando la donna, arrivata là apparentemente per caso, comincia ad avvicinarsi all’uomo che ama e che se ne sta solo a pensare sulla spiaggia, ecco che i due sciolgono finalmente i nodi che nessuna lingua potrà mai sciogliere, in parole che nessun suono potrà mai restituirci. “Delizioso duetto musicale in dialetto messinese, dedicato dall’autore a coloro che amano senza parole, mentre vede prolungarsi un ripetuto breve addio, sulle rive del mare, tra un marito ansioso di restare solo a pescare e la moglie che continua a rinviare il rientro in cucina, riattaccando il discorso. Anche qui vibra una voce spasmodicamente interessata al linguaggio, che tende la rete invisibile di un sortilegio amoroso a imprigionare coi ritmi della sua partitura il movimento, legando le due figurine struggenti nel notturno marino.”
La Giuria del Premio Riccione
INIZIO SPETTACOLI ORE 21:15
SPETTACOLO PINOCCHIO ORE 19:00
INFO E PRENOTAZIONI 090.622505 – 349.8947473